† Dieci anni di Crispy †

Questo Sabato 16 Marzo all’Argo16 di Porto Marghera, Venezia è di scena l’evento di chiusura della decima stagione di Crispy, serie di appuntamenti che abbiamo seguito con interesse nel corso degli anni – e di cui ci siamo occupati già in diverse occasioni: qui con un’intervista a M.E.S.H., ed in seguito ospitando il GUESTMIX di Holy Similaun. La serata si carica di un significato particolare in quanto rappresenta il vero e proprio party finale dell’intera serie, nata nel 2009 (esatto, dieci anni fa) e districatasi nel tempo attraverso una miriade di generi in continua evoluzione: dal dubstep di Loefah e Pinch alla techno di Robert Hood e Donato Dozzy, passando dalla fine sound art di Von Tesla e Vladislav Delay, dal noise / psichedelia nostrana di Father Murphy, Squadra Omega, Rainbow Island, Mai Mai Mai, e dalla cultura accelerata di Lorenzo Senni, Lotic, Mumdance e Fis.

Nell’ultimo appuntamento con Crispy tiriamo le somme di un avventura lunga un decennio. Una sintesi di input eterogenei, ora fisici ora spirituali, un riepilogo e un epilogo.

Aver saputo portare avanti un percorso musicale / curatoriale consecutivamente per 3/4/5 eventi per un’intera decade suona veramente come un’impresa con pochi uguali nel panorama italiano: perchè, intendiamoci, non si parla solo di ‘organizzare feste’, ma anzi di riuscire a muoversi efficacemente all’interno di un panorama musicale che a partire dalla fine degli anni ’00 ha attraversato un’inedita, imprevedibile e incontenibile evoluzione, i cui effetti sono ancora di difficile analisi e comprensione oggi. Per questo motivo abbiamo voluto scambiare due parole con Mattia Tono, presidente dell’associazione ed unico membro rimasto del nucleo di persone che hanno iniziato le attività di Crispy nell’ormai archeologico 2009.

Nell’intervista che segue abbiamo avuto modo di chiedere a Mattia qualche curiosità sui primi passi di Crispy, qualche aneddoto in merito ad episodi insoliti e divertenti verificatisi, richieste strambe da parte degli ospiti, e molto altro ancora, compreso il tentativo di compiere una riflessione sensata e significativa sui cambiamenti culturali, musicali e artistici concretizzatisi dal 2009 ad oggi.

 


 

D: Ciao Mattia, grazie per essere con noi. Ti va di parlarci delle origini del progetto Crispy?

R: Il progetto è nato nel 2009 da un gruppo di amici, volevamo fare ricerca su più fronti per trovare il nostro metodo espressivo. Questi sono sempre stati gli intenti alla base di tutto. Con il passare degli anni sono subentrate diverse figure che hanno definito il collettivo contribuendo alla sua polimorfa evoluzione, ogni stagione nelle sue particolarità è stata appunto l’espressione di tutte le persone che ne hanno fatto parte. Durante il percorso inevitabilmente ognuno ha scelto la propria strada, ma tutti gli associati, i resident e gli amici sono stati fondamentali. È da qualche stagione che sono rimasto l’ultimo del gruppo costitutivo.

D: Da che esperienze musicali venivi?

R: A differenza dei miei compagni di allora ero un cantante dall’underground più estremo, death grind noise etc, per me la dimensione clubbing era completamente nuova e da subito ho cercato di riversarci tutto il mio mondo. Uno dei primi flyer era una citazione di un album black metal con il primo piano della crocifissione, altri erano zeppi di messaggi criptati, esoterismo e pornografia. Premevo affinché il clima respirato nel club fosse molto fisico, simile a quello dei concerti hardcore. Sempre in quella stagione ricordo che in un cambio palco piazzai un amico che militava nei gruppi storti a torturare una chitarra. Non era proprio quello che si aspettavano i clubber della mia città, gli outsider iniziavano a riversarsi sul dancefloor.

D: Come trovi si sia evoluta la situazione a distanza di 10 anni? Come rispondeva il pubblico allora e come interagisce oggi?

R: Nella crisi della vecchia scuola gli outsider sono diventati quelli che tirano, il mainstream guarda prepotentemente all’underground cercando di estrarre quanti più input possibili per darli in pasto ad un pubblico sempre più vorace. La democratizzazione dei mezzi ha mescolato le carte in tavola. Le proposte sono esplose abbassando la qualità media, sebbene si siatutto frammentato nell’inseguire innumerevoli nicchie sembra però che il pubblico sia sempre meno interessato ad approfondire certe tematiche. Ora sembra che sia il tutto-e-subito più facile a farla da padrone.

 

 

Un elenco parziale degli artisti passati da Crispy in questi dieci anni

 

D: In particolare, come hai vissuto tu e come ha vissuto Crispy il cambiamento repentino di paradigma di fruizione, acquisto, modalità di diffusione, ecc ecc che ha subito l’ambiente musicale?

R: È stato per noi molto stimolante malgrado Padova e Venezia non siano esattamente speakers corners ideali, rimanere sul pezzo a livello di scena facendo i conti con i gusti locali è parecchio dura. A forza di affinare la proposta il target che colpisci diventa sempre più mirato, ed in città come questa significa un bacino molto ristretto, però il goal non sta necessariamente nei numeri, dipende un po’ da quello che cerchi. Bisogna sempre domandarsi qual è il proprio obiettivo, ad esempio se preferisci confezionare un progetto che attiri un migliaio di persone o una cosa di nicchia da poche centinaia. Sono approcci radicalmente differenti che portano da una parte i fogli e dall’altra connessioni con persone simili a te con cui confrontarti e crescere. È proprio questo che giorno per giorno ripaga l’impegno.

 

 

D: Qual’è l’esperienza da promoter più assurda che hai vissuto?

R: Il locale che ti lascia a piedi a 5 giorni da un evento obbligandoti a cambiare location/città e dovendo eliminare parte della lineup. Gruppi di estrema destra che intimidendo i proprietari di spazi espositivi ci annullano performance su tematiche queer. Artisti bolliti che si ricordano di essere già ingaggiati in un’altra città quando gli hai appena preso il volo. Empatizzare a tal punto con un artista da volerlo chiamare e poco prima di contattarlo apprendere che è morto di overdose nella notte.

D: E ancora: le richieste più strambe?

R: Tra le più strambe (che poi, anche no), ci possono essere gli artisti presi bene che a fine serata quando si stacca e si allenta la tensione hanno voluto stare in giro con me fino ad ore improbabili. Quello che prima di arrivare al club ha proposto la scopata di gruppo con parte del team. Tra il pubblico forse la volta in cui mi hanno chiesto perché non ho mai chiamato gli Autechre..

 

Sound, image, and speech become elements of a composite work, that move for a code able to neutralize the power devices from an analysis on the present. A code reprocessing itself through aesthetics and politics, turning sounds and images into active catalysts of factual vectors. New global auditory avant-gardes use musical matter to express concepts crossing contemporary time, bringing out inner contradictions that feed their own creativity. The artistic production is before anything else an investigation and communication infrastructures become the privileged place for its enactment [via]

 

D: I gesti più ridicoli / irrispettosi ricevuti?

R: Non so se sia una questione di good vibz ma in questi anni ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con persone meravigliose, spesso avevo l’impressione di conoscerle da una vita dopo pochi minuti di conversazione. Nonostante questo è capitato l’artista sfatto che stava per rimanerci sui deck, quello che ci ha infamato sui social perché la vista dall’hotel non era di suo gradimento oppure il bevitore d’acque di lusso. Ora sono convinto siano stati gli act che abbiano dato meno valore al progetto.

D: Quant’è il massimo $$$cash$$$ che hai perso in una volta sola?

R: Erano mesi che si lavorava a questo grosso nome, tutto perfetto dalla lineup alla promo all’allestimento del locale, e poi sul più bello è arrivato il primo nebbione della stagione. Dalle nostre parti quando sale il caigo è un muro bello denso che paralizza tutto. Quella sera ci siamo fumati svariati kappa in un colpo solo, non vi dico alle 6 la telefonata con il proprietario del club in cui mi chiedeva come fosse andata.

D: Infine, possiamo chiederti quali sono le ragioni che hanno fatto di questa stagione 2018/2019 l’ultima di Crispy? Continuerai a cimentarti in qualità di “promoter” o hai chiuso definitivamente?

R: Ho sempre visto il progetto con molteplici funzioni, un mezzo per decriptare e intervenire su quello che mi circondava o uno strumento per creare contatti e reti di persone. Il ruolo del promoter ti obbliga a seguire molte cose di cui sinceramente non ho molta voglia di dovermi occupare, sicuramente non a tempo pieno. Spesso ho fatto scelte a malincuore, ma i compromessi sono inevitabili specie se vuoi seguire tutto nei minimi particolari. Ora ho bisogno di applicare l’approccio a qualcosa di più profondo, che mi consenta attraverso dinamiche più intense di dare il mio contributo alle attuali conversazioni.

 


 

Arrivati in chiusura vi lasciamo qualche dettaglio sull’evento conclusivo di Crispy, che vedrà alternarsi ai controlli Hodge, DJ Plant Texture e Raw MT . I tre producer / dj, promotori di generi eterogenei tra di loro, convergono nell’ultimo episodio Crispy regalando un ampio spettro di suoni e stili durante la serata: Hodge, già apparso su etichette importanti come Livity Sound, Hotline, Berceuse Heroique e molte altre ancora, è uno degli esponenti di spicco della nuova scuola UK che ibrida bass music con le spigolosità futuriste della techno e il sudore sulla pista da ballo richiamato dalla house; DJ Plant Texture, il quale si occuperà del set di chiusura,  ha pubblicato EP su Ilian Tape, Creme Organization e Unknow to the Unknown e proporrà un set che incorporerà l’intensita di generi più veloci come jungle e hardcore ad una baseline di house e techno, consentendo un crescendo e rilascio di energia sul dancefloor; infine, il local Raw M.T. aka Giorgio Bacchin, a cui sarà affidata l’apertura, porterà in scena lo stile già espresso sia le sue uscite su Lobster Theremin, Wicked Bass e Marguerite Records che attraverso la sua JINN Records (che tra gli altri ha ospitato Yoshinori Hayashi e DJ Sotofett).

Per partecipare all’ultimo evento Crispy Sabato (16 Marzo) al Porto Marghera vi rimandiamo a questo link. Don’t miss!

 


 

Are you enjoying what you see on PAYNOMINDTOUS? If that’s the case, we’d like to kindly ask you to subscribe to our newsletter, our Facebook group, and also to consider donating a few cents to our cause. Your help would be of great relevance to us, thank you so much for your time!

 

We are a non-profit organization registered in December 2018, operating since late 2015 as a webzine and media website. In early 2017, we started our own event series focused on arts, experimental, and dancefloor-oriented music. We reject every invocation to “the Future” meant as the signifier for capitalistic “progress” and “innovation”, fully embracing the Present instead; we renounce any reckless and ultimately arbitrary division between “high” and “low”, respectable and not respectable, “mind” and “body”; we support and invite musicians, artists, and performers having diverse backgrounds and expressing themselves via variegated artistic practices.