PORTRAIT#8: retina.it [Hefty, Semantica, Eklero]

Drawing by Cristina Ruggieri

PORTRAIT ritorna, a più di un mese di distanza dall’ultimo appuntamento, con l’ottavo episodio della serie, per la prima volta dedicato ad una coppia di artisti. Siamo onorati di ospitare quest’oggi Lino Monaco e Nicola Buono, i due eroi del duo partenopeo retina.it: dal player sottostante potete ascoltare l’ora di selezione musicale operata da Lino e Nicola, la cui tracklist – visibile in coda all’articolo – comprende esclusivamente tracce prodotte a nome retina.it, dagli inizi della ultradecennale carriera fino ai giorni nostri.

L’intervista che vi proponiamo, invece, concentra l’attenzione sull’ultimo periodo di attività, per poi rivolgersi alla genesi delle composizioni in studio e sulla divisione dei ruoli in sede live, il tutto accompagnato da riflessioni più intime e profonde e qualche divertente aneddoto. Buona lettura!

retina.it: Home / FB / SC / Bandcamp / Discogs

Lino e Nicola, già attivi nella scena end-80s napoletana, iniziarono l’attività di DJ-ing in diversi club della zona nei primi anni ’90, incontrandosi ed iniziando la loro duratura collaborazione grazie ad idee convergenti in merito a gusti ed interessi musicali. Il primo progetto del duo, risalente al ’94 e chiamato QMen (abbreviazione di Quiet Men), coinvolgeva in realtà anche la terza personalità artistica di Rino Cerrone, fondatore della prolifica etichetta Rilis. Qmen è annoverabile tra i primi act tekno Napoletani, con all’attivo pubblicazioni sulla Design Music di Marco Carola, Primate Recordings e Conform: è proprio dalle ceneri di questo trio che nasce retina.it, entità più focalizzata sulla ricerca ed investigazione di avanzate soluzioni sonore. Del 2001 è l’LP di debutto su Hefty Records, storica label di Chicago, dal titolo evocativo ed esplicativo ‘Volcano.Waves.1-8’, seguito dai 12” Immediate Action #4 [HEF22], Nulla [HEFTY028], Manifesto [HEFTY029] e Strutture [HEFTY030]. Volcano.Waves.1-8, ascoltabile qui, ospitava 8 tracce fortemente sperimentali, caratterizzate da ampi passaggi spaziosi e vibrazioni ritmiche retaggio del background tekno, che pur non verrà mai rinnegato; gli EP seguenti proseguirono la continua evoluzione stilistica del duo, vero e proprio marchio di fabbrica di retina.it.

Il 2003 segnò la fondazione della label Mousikelab assieme a Marco Messina dei 99 Posse, storica crew hip-hop / ragga Napoletana, a testimonianza del forte radicamento e collaborazione dei due con altre realtà attive nel territorio campano. Lino, Nicola e Marco pubblicarono il lavoro d’esordio dell’etichetta, ‘Opinio Omnium‘, con il moniker Resina (nome che identificava anche una delle più antiche parti della Campania, ora nota come Ercolano). Il celebre secondo full-length dei retina.it, invece, viene pubblicato l’anno successivo, sempre su Mousikelab, e reca in copertina i caratteristici pattern geometrici di un cavolo romano (frattali); il contenuto musicale del disco si discosta dai precedenti in quanto abbandona alcuni schemi ‘IDM’ che alle volte facevano capolino in alcune produzioni. La musica del duo inizia a riscuotere consensi anche sulla scena internazionale, come dimostrato dal tour USA del Novembre 2004 assieme a ‘TelefonTelAviv’ e ‘L’Altra’, la partecipazione al Neapolis Festival nel 2005 come opening act per i Kraftwerk [nell’invervista è presente anche un fantastico aneddoto sul concerto in questione], e l’apparizione all’edizione 2006 del Sonar tra i membri del roster Hefty [col cui fondatore, nel periodo 2007-2008, diedero anche vita al progetto Brood]. L’elenco da noi presentato, assolutamente incompleto, va ad arricchire una sterminata serie di condivisioni di palco con artisti e realtà italiane ed internazionali come Plaid, Alva Noto, Rechenzentrum, Pole, Apparat, Matmos, Ikue Mori & Zeena Parkins, Kim Cascone, Kangding Ray, Aoki Takamasa, e ancora festival di ricerca come Flussi e Sentieri Barocchi, nella cui edizione 2009 presentarono rielaborazioni di classici di Pierre Schaeffer e madrigali di Carlo Gesualdo assieme a studenti del conservatorio di Avellino.

 

 

La prima parte degli anni ’10 è stato un periodo ricco di releases e di vera e propria esuberanza creativa. Citiamo, in ordine di pubblicazione ed escludendo il 2016 che verrà ampiamente coperto nell’intervista, il full-length Randomicon su Flatmate Music (2011), il fantastico Descending Into Crevasse per la Glacial Movement Records di Alessandro Tedeschi (2012), la registrazione del live a Officina99 per X-BASS Festival pubblicata su Mindwaves Music (2014), la memorabile tape su Joy de Vivre Op_sci (2014), ed infine De Occulta Philosophia e lo split con Donato Dozzy ‘Officine di Efeso’, entrambe edite da Semantica Records (2015). La grande prolificità dei partenopei è stata accompagnata anche da una forte presenza live, che è andata ad accrescere lo status già pressapoco leggendario che li avvolge: abbiamo avuto occasione di assistere in prima persona al set di chiusura sul Main Stage di Macao dello scorso 25 Marzo, presentato da C O M M U N I O N e Hencote / Henkot, e l’esperienza è stata tra le più intense da noi mai vissute su una pista da ballo – complice lo scenario ineguagliabile di Macao e la straordinaria maestria di Lino e Nicola nella conduzione del set.

[Riserviamo menzione finale, prima di presentarvi l’intervista PORTRAIT#8, alle apparizioni discografiche di Lino Monaco prima dell’inizio del duo retina.it, entrambe alla voce: CYB, ruvida formazione rock che pubblicò un demo autoprodotto nel 1993, e Voxzema, il cui sorprendente EP self-titled, risalente a fine anni 80 e segnato da beat di drum machine e synth sintetici, è stato ristampato da Domestica]

 


D: Ciao ragazzi, vogliamo ringraziarvi per aver accettato di partecipare alla nostra serie PORTRAIT. Come di consueto, la prima domanda di questo format riguarda la selezione di musica mixata registata. Vi va di descrivercela in breve? Quali tracce vi avete inserito? Che periodo di tempo avete coperto principalmente?

A: Ciao a voi, e grazie per averci ospitato nella vostra rubrica Portrait. Il mix è una macro su un arco temprale che va dalla fine dei ’90 ad oggi. Tralasciando volutamente gli altri progetti (QMen, Resina, Brood XIII) e le varie collaborazioni musicali, abbiamo focalizzato la scelta sul nostro lavoro personale. Ci sono brani che appartengono al periodo Hefty, e sono quelli dei nostri esordi come Retina.it. fino alle recenti cose su Eklero e Semantica. Nella scelta tra i vari brani del nostro repertorio ce ne sono tre in particolare che  sono il frutto di collaborazioni con artisti di arte visiva: “Nocturnal fx”, che fu allegato ad un book fotografico di un artista italiano Francesco Brunotti; “Tren ri cosei”, un brano che sviluppammo per una clip video di un minuto che fu creata dal nostro carissimo amico Claudio Sinatti scomparso nel 2014; e infine “Teneramente”, realizzata per un progetto molto ambizioso curato dagli italiani Tu M’ ed a quel tempo molto ambizioso,  il quale esplorava gli ambiti della musica elettronica legata alle immagini. Le composizioni sono tuttora disponibili in free download su un portale creato appositamente. Cio’ accadeva nel 2002 , immediatamente prima dell’esplosione delle netlabel e della musica free.

 

 

D: Quest’anno siete stati molto attivi: avete pubblicato per Eklero prima l’EP 12″ Octagon, e in seguito contribuito con una traccia al various artist C H O N; avete lanciato il progetto r²π “nato dalla fusione olistica di Retina.it, Prg/m e Ruhig“, al debutto live a Flussi.eu [disponibile su ursss.com]; parteciperete da protagonisti alla serie per i dieci anni di Sematinca…

Vi va di lasciarci un commento sul vostro 2016? Come valutate questo periodo di grande creatività rispetto al lungo corso della vostra carriera? Diversi artisti attivi da molto tempo che abbiamo avuto occasione di incontrare ed intervistare ci hanno confessato come questi anni rappresentino per il loro un periodo molto fecondo ed ispirato: sentite di poter ricondurre questa riflessione alla vostra esperienza personale?

A: Muovendoci come le onde, in tutti questi anni abbiamo saggiato, adattandoci agli eventi, le varie oscillazioni tra picchi alti e bassi. In effetti gli ultimi anni sono stati gradevolmente piu’ prolifici. Tirando le somme: nel 2016 abbiamo consolidato rapporti con diverse realtà d’oltralpe, con le quali stiamo portando avanti una serie di progetti che vedranno la luce nell’immediato futuro. E’ un continuo divenire, nel quale ci gettiamo, come se fosse la prima volta. Un continuo pro-curarci  nella ricerca di un’ autenticità. Con questa affermazione non consideriamo noi stessi una unicità, nel senso che siamo pienamente coscienti del fatto che cio’ che gira intorno al nostro ascoltar musica influenzi, se non proprio direttamente, anche inconsciamente le nostre produzioni. Ma vi è pur sempre la costante del rimettersi in gioco, spostando di volta in volta l’obbiettivo del nostro lavoro. Oggi gli stimoli per continuare, nonostante le cadute relative alle vendite, sono ancora più forti, la produzione di musica elettronica sta avendo una spinta ascensionale notevole, e sempre più giovani si approcciano ad essa.

D: Vogliamo soffermarci brevemente sulla più recente delle vostre collaborazioni, ovvero la formazione a quattro chiamata r²π costituita assieme a PRG/M [Pier Giuseppe Mariconda / Subion / Blackwater label] e Ruhig [Luigi Cicchella / Midgar]. Flussi.eu vi descrive come “un ensemble olistico dove [..] il tutto è più della somma delle singole parti“, e ancora come “un progetto di triangolazione di elementi energetici campani“. Come e quando avete sviluppato questa idea? In che modo è stato accolto live il set Thermastris, che già dal nome richiamava la funzione sociale / terapeutica del dancefloor?  Come proseguirà r²π nel futuro?

A: Con Pier ci conosciamo da un bel po’ di anni, abbiamo fatto diverse collaborazioni e più volte ci siamo incontrati nell’ambito di Flussi. Invece Luigi è una nostra conoscenza recente. Fummo invitati a S.Maria Capuavetere per un live. Il posto che ci ospitava era una piccola sala prova gestita da una giovane realtà locale: piccolissimo, accogliente, ma con un bell’impianto, roba che a volte manco i club piu’ interessanti sembrano avere. Prima di noi suonò Luigi che fece un live impeccabile, corposo e molto interessante. Il giorno dopo in chat ne parlai con Pier (da anni ormai e’ il mio psicologo digitale giornaliero),  al quale raccontai della bella esperienza vissuta e del live a cui avevamo assistito. Da lì partì l’idea di ricontattare Luigi, che, prontamente e senza pippe mentali, accettò di incontrarci. Organizzammo delle sessioni impro nelle quali registrammo i materiali che andarono a costituire la base del lavoro. Ci ritrovammo nella nostra sala interfacciandoci con i rispettivi set up di strumenti, allo stesso modo in cui una band sperimenta il proprio incontro, cioè: con la fisicita’ del suono.

Essendo le impro basate sopratutto su un aspetto liberatorio, più corporale,  fu subito tracciata una direzione che era estremamente più in linea con l’idea di performance da dancefloor. Il lato ludico della musica, da noi più volte messo da parte per non cadere nella retorica della dance, ha assunto in questa circostanza appunto un aspetto liberatorio. In questo gli antichi ci hanno lasciato un grande insegnamento che ormai è andato volutamente dimenticato. Oggi anche il piacere assume un connotato politico. L’uomo e’ divenuto terminale della Biopolitica, che ormai applica il suo agire direttamente sui nostri sensi. La dance come strumento di coesione e socializazzione tra le persone è possibile solo nell’ambito di un mercato che deve creare profitto: se non si hanno le economie per sostenersi in questa continua richiesta, resti tagliato fuori. Così restano fuori i rapporti umani e le possibilità di interscambio tra le persone. Siamo in un punto in cui le cose piu’ essenziali ci vengono negate, ed un popolo che vive male sviluppa malesseri che si tramutano in patologie. Da queste riflessioni viene l’idea della Thermastris, che e’ il termine con il quale venivano definite le danze con movimenti convulsi a scopo liberatorio nell’Antica Grecia.

Il nome scelto per identificarci è invece il risultato della somma delle iniziali dei tre nostri rispettivi progetti, ovvero RuHig, Retina e Prgm. Il caso ha voluto che queste tre consonanti messe insieme risultassero nella formula dell’area di un cerchio, figura nella quale in filosofia è contenuta l’essenza dell’Unità o Singolarità, ma che nella contemporaneità – spogliandosi della tradizione neoplatonica – diviene un simbolo della Molteplicità. Tutto il materiale di r²π si è consolidato nella forma futura di una pubblicazione di un 2×12” per Concrete a settembre, un EP di 4 tracce che verrà licenziato da Midgar in primavera, ed a breve, su di un portale internazionale, un remix di un brano di Wata Igarashi pubblicato sempre da Midgar che sarà disponibile in free DL.

Tra le pratiche che finirono per costituire l’alveo proteiforme delle forme della cultura ellenica, [] un ruolo fondamentale aveva la danza, [] vera e propria oggettivazione di un pensiero fortemente intriso e contaminato da ritualità e misticismo. Quale risposta al caos [essa si condensava] in due distinti momenti: [] la Xyphismòs [] e la Thermastris, ovvero la danza dai movimenti convulsi, dal carattere liberatorio e esorcizzante.

 

D: Ritornando al progetto a due mani: in che modo gestite i ruoli on-stage ed in che modo ciò è differente rispetto a quanto fate in studio? Vi va di descrivere come concepite e organizzate un disco ordinariamente? Sentite che ci siano particolari aspetti della vostra musica riconducibili alle vostre singole personalità o vi confluisce tutto indistintamente? Quanto è difficile (o non lo è) lavorare insieme per tenere in piedi retina.it?

A: E’ una concatenazione di eventi che parte da un impro per arrivare allo stadio finale che è la progettazione compiuta del brano. E’ in questa fase che decidiamo anche quali forme dovranno avere i materiali che andranno a comporre la base da usare durante il Live. Nella fase compositiva  non rispettiamo alcun  ruolo, in effetti non ce li siamo mai proprio assegnati: agiamo con molta spontaneità e nella più totale libertà, dalla creazione dei singoli suoni sino al mixing finale. Avendo passato circa 1/4 di secolo insieme, e non avendo mai avuto modo di creare discussioni su ciò che stavamo facendo, abbiamo solo seguito una prassi che si è formalizzata nella tacita comunicazione, poggiando le basi su una ricerca comune nella quale abbiamo sempre creduto. Dopo tutto questo tempo non siamo in grado di poter dire quanto della nostra singola personalità incida su ciò che creiamo, ma anzi crediamo di poter asserire che il nostro progetto stia assumendo sempre più una forma organica.

I live invece seguono un’altra prassi, qui ci siamo dati dei ruoli ben definiti. Il motivo è dovuto sopratutto dal fatto che si lavora su materiali già precedentemente organizzati. Per cui Lino si occupa della stesura del live e del mixing del materiale audio che fuoriesce dal computer, mentre Nicola ha il ruolo di Guastatore , colui che crea le incertezze su tutto il materiale organizzato, creando quella sorta di caos vitale che anima il suono e gli fa prendere pieghe diverse live dopo live. Sin dall’inizio abbiamo dato grande importanza alla perfomance dal vivo. Vi lasciamo immaginare cosa significasse per noi organizzare un live set non avendo a disposizione la tecnologia odierna! Di volta in volta smontavamo tutto lo studio portandoci dietro tutte le attrezzature, compreso il buon vecchio Atari, le tastiere che pesavano un accidente ed il mixer. Gli spostamenti per noi erano una tragedia, anche l’auto andava organizzata nei minimi dettagli. Oggi tutto si è ridotto ai minimi termini, rendendo più facili i nostri spostamenti anche all’estero. In realtà anche il tempo, nonostante sia rimasto lo stesso nello scorrere, per noi si è ridotto. La vita non procede con costanza e man mano che gli anni passano le cose si complicano sempre più, sottraendo spazi vitali alla nostra passione. Il tempo sembra essere diventato una merce, un qualcosa che compri con una moneta, un valore che ti viene sottratto se non hai economie di sostentamento. Abbiamo da sempre percorso linee ai confini della commerciabilità e quindi, per quanto fossimo richiesti, non siamo attualmente capaci di sostenerci con la nostra musica. Nicola riesce con molti sforzi a vivere di musica, ha lo studio sotto casa e lo usa anche come sala prove e studio di registrazione. Lino invece fa tutt’altro, e come sempre ruba tempo al lavoro per fare quello che davvero gli piace.

Lino: Per onestà intellettuale dire che non è davvero semplice per me mantenere i ritmi di qualche anno fa venendomi a mancare i supporti essenziali per il sostentamento, e oggi capisco anche il perchè molte carriere si sono dissolte a causa alla tirannia schiavista del dio danaro. Quando abbiamo iniziato era fantastico, non ci eravamo posti degli obbiettivi lavorativi con ciò che facevamo. Con poche lire compravamo attrezzature che ai tempi risultavano obsolete e li assoggettavamo alle nostre convulse ispezioni con un fare maniacale. Avevamo solo voglia di suonare, mai ci è sfiorata l’idea di doverci spostare per fare cio’ che volevamo. Anzi, la nostra era più una sfida, ovvero quella di poter fare ciò che più ci piaceva in un territorio quasi privo di ogni sbocco per la nostra musica. Questa convinzione ci ha reso liberi nel nostro percorso di sperimentazione, ed almeno su questo siamo pienamente soddisfatti!

Retina.it live a Macao lo scorso Marzo per Dance Affliction, via LIVE

D: Collateralmente alla domanda precedente: c’è un vostro live set che ricordate in modo speciale rispetto agli altri? Oltre ad ogni possibile tipologia di palco e contesto in Italia avete suonato in diverse occasioni in Europa (Germania, Spagna, Finlandia), avete una memoria particolarmente felice o un aneddoto stravagante che vi va di condividere?

A: Eravamo a Detroit, e dovevamo suonare con i TelefonTelAviv in un bel locale che era anche un ristorante sushi. Dopo aver pranzato, decidemmo di farci un giro fuori per vedere un po’ dove eravamo curiosando anche sul traffico stradale. Di fianco al nostro club c’era un locale hip hop, e notavamo quindi un passaggio di limousine e auto fuoriserie con musica a palla… Insomma, ci trattenemmo lì fuori un bel po’ senza dire nulla agli altri che erano ancora a cena. Quando ritornammo, trovammo Charlie e gli altri preoccupati per noi. Lo trovammo un fatto bizzarro e un po’ spavaldamente gli ricordammo che eravamo napoletani. Dopo qualche settimana suonammo a Berlino e lì incontrammo una promoter che ai tempi lavorava per Hefty. Ci chiese com’era andato il concerto di Detroit, ed infine ci raccontò che la settimana prima era stata proprio lì: nei presssi del locale ci fu un omicidio per rapina, e solo a quel punto realizzammo il perchè della preoccupazione degli amici americani!

Un altro episodio esilarante ci capitò nel lontano 1996. Ai tempi eravamo QMen con Rino Cerrone. Fummo invitati ad un party di tre giorni con altri ospiti internazionali nelle zone Cilentane. Eravamo l’unico live set in programma e, come vi raccontavamo prima, avevamo una marea di strumenti, il tutto ben poco in linea con i DJ set in quanto l’organizzazione non calcolò lo spazio necessario per allestire il nostro set. Ci ritrovammo a montare i nostri strumenti quasi a bordo palco. Come al solito mettemmo le nostre attrezzature sui classici reggitastiere. Bene, nel bel mezzo della serata, in un momento clue del nostro live la torre con il campionatore ed i multieffetti oscillava pesantemente, fino a quando non cadde giù dal palco sotto gli occhi sbigottiti di tutti i presenti. Il fatto causò un temporaneo spaesamento, sia per la gente in fondo alla sala che non capiva cosa stesse accadendo, sia per noi che non sapevamo come affrontare quella situazione di emergenza. Ma tutto si risolse con una grassa risata e con la ripresa del live dal punto dove eravamo rimasti.

Ma poi ci sarebbe anche quella volta al Neapolis con i Kraftwerk, ai quali aprimmo il concerto. La cosa che non fu vista di buon occhio da un noto gruppo italiano, che decise di non suonare più al festival perchè non gli era stato concesso il palco dell’arena flegrea insieme alla band tedesca. Quindi montammo le nostre attrezzature durante il pomeriggio sotto gli occhi incuriositi dei Krafwerk e del loro staff. Dopo il concerto, dietro le quinte,  Ralph Utter chiese ad un amico che era con noi se il gruppo che si era esibito prima fossero gli LCD Soundsystem, anche loro in cartellone ma per l’appunto dislocati su un altro palco insieme ad altre band dello stesso calibro. Giancarlo rispose che eravamo il gruppo Resina, composto da Marco Messina dei 99 Posse di Napoli e da noi Retina.it che vivevamo a Pompei. A quest’ultima affermazione Ralph sgrano gli occhi e disse “Vive ancora gente lì a Pompei??”

Resina (Retina.it+Marco Messina) @ Neapolis Festival 2005

D: Vi abbiamo già chiesto a riguardo del 2016 come anno particolarmente felice per voi, ma non possiamo esimerci dal dedicare una domanda specifica al vostro side-project chiamato The Ne-21, con cui siete tornati alla release tre anni dopo il self-titled su Domestica Records. In che aspetto si differenziano maggiormente le tre nuove tracce su ‘La Festa del Metallo’ [She Lost Kontrol] rispetto alle due uscite nel 2013? In generale, in cosa l’alias The Ne-21 è diverso da sperimentazioni passate, come ad esempio Qmen e Resina? Avete lavorato assieme a Francesco Baudazzi ed i suoi tre alias o il concept è stato elaborato ‘a distanza’?

A: Abbiamo dato vita a questo progetto per soddisfare una diversa esigenza. L’occasione è nata per un motivo fortuito. Jordy Serrano, il boss di Domestica, era sulle tracce della vecchia band di Lino, Voxzema. Per un caso Gianni Dragonetti, il tastierista del gruppo, trovò la richiesta in un blog di musica wave-post punk. Ci mettemmo in contatto, e lui si disse propenso a stampare il nostro unico demo registrato su 4 piste nel lontano 1988. Questa cosa mi (Lino) fece rinascere la voglia di provare a confrontarmi con brani in forma canzone e soprattutto di re-interpretare un’estetica passata usando solo ed esclusivamente macchine di quel periodo. Rispetto a tutta la nostra produzione elettronica, in questo progetto c’è il cantato, ripreso da Lino dopo 25 anni,  e c’è il  background di ascolti che tuttora abbiamo.

Il progetto affronta i temi della dualità, dei labirinti della psiche ed i paradossi del reale. Ispirato alla scrittura postmoderna dickiana, avrebbe dovuto seguire dei percorsi un po’ meno apertamente dichiarati, difatti il primo 7″ uscito su Domestica ha seguito un iter molto sotterraneo ed incognito. Oggi escono altri 3 brani su un totale di 9 per She Lost Kontrol, label fondata recentemente da Carmine Staiano. L’EP è uno split con Francesco Baudazzi che firma tre brani con altrettanti alias. Come potete capire, la nostra collaborazione è legata ad una scelta fatta dalla label, e che condividiamo pienamente. Il titolo dell’EP è un tributo ai mitici party che il collettivo Bauhaus organizzava a Weimar nei lontani anni ’20 del secolo scorso. L’unica collaborazione musicale è il pezzo ‘Black Sea’, con le chitarre suonate e registrate da Fabrizio Matrone (Matter) e Nini Festa,  amici di lunga data e conterranei che attualmente vivono rispettivamente a Bologna e Barcellona . Al momento questo resta un episodio della nostra carriera, non abbiamo previsto nè un seguito e nè fatto progetti per eventuali live. ..Però la vita è piena di imprevisti e di cambi, per cui…

 

 

D: Per concludere questa densa ed intima intervista: quale ritenete possa essere stata la spinta decisiva che vi ha permesso di proseguire e sostenere una carriera così lunga e duratura. In altri termini: il divertimento e la gratificazione derivati dal suonare / registrare insieme sono da soli stati in grado di giustificare anni di entusiasta collaborazione?  O, al contrario, c’è qualcosa al di là dell’affermazione della vostra ricerca personale? Potremmo alludere, ad esempio, ad un eventuale messaggio ‘politico’, inteso come necessità di riappropriazione ed espressione delle proprie passioni. C’è una componente di questo tipo nella musica dei retina.it?

A: Far musica per noi è un’esigenza biologica. Non riusciremmo a starne senza. Siamo dei sognatori, psiconauti dediti alla continua ricerca dell’oscillazione primordiale. Come ogni cosa in questo universo: siamo la somma delle nostre vibrazioni subatomiche e – ultimamente, parafrasando Delillo – siamo anche la somma dei nostri dati. Se ritenete ci sia una connotazione politica in ciò che diciamo, allora sì, la nostra è una scelta politica. Per la quale lotteremo sino alla fine.

You don’t need to search around. Inner space is the place •¬

 

L’intervista PORTRAIT#8 finisce qui: ringraziamo Lino e Nicola per esser stati nostri ospiti e per averci regalato l’articolo di chiusura del nostro 2016. Paynomindtous.it ritornerà a pieno ritmo nei primi giorni dell’anno nuovo, vi ringraziamo per il supporto e l’attenzione rivoltaci in queste ultime, tribolate giornate festive. L’appuntamento è al 2017 con RECORDING#26 e RECORDING#27, ma soprattutto con il ritorno di RECOMMENDED, che per il secondo episodio ospiterà le nostre raccomandazioni conclusive per l’anno in corso. Stay tuned!


TRACKLIST


  1. Retina.it – Nocturnal Fx [ Francesco Brunotti / aa.vv., ‎Nocturne, Persistencebit Records, 2008]
  2. Retina.it – Our Lady of Mistery [Volcano.Waves.1-8, Hefty Waves, 2001]
  3. Retina.it – Tren Ri Cosei [Semeion, Hefty Records, 2007]
  4. Retina.it – Randomicon [Randomicon, Flatmate Music, 2011]
  5. Retina.it – Risveglio [Retina.it, Mousike Lab, 2004]
  6. Retina.it – Progetto Gettato [aa.vv., CHON, Eklero, 2016]
  7. Retina.it – Fog [Tu M’p3, 2002]
  8. Retina.it – Collapse [Op_sci, Joy De Vivre, 2014]
  9. Retina.it – Cellular Structures [Octagon EP, Eklero, 2016]
  10. Retina.it – Gamma Minus [Op_sci, Joy De Vivre, 2014]
  11. Retina.it – Civiltà Meccanica [Semeion, Hefty Records, 2007]
  12. Retina.it – Psicopomp [De Occulta Philosophia, Semantica Records, 2015]
  13. Retina.it – Descending Into Crevasse [Glacial Movements Records, 2012]

 


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