Everest Magma – ‘Gnosis’ [Boring Machines 065] Full Streaming + Intervista

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Settembre è il mese dei full streaming: per la terza settimana consecutiva, dopo ANIMESOLITARIE 001 e 5 Haiku, ospitiamo un disco interamente disponibile all’ascolto. Quest’oggi è il turno di Gnosis, sessantacinquesima uscita del catalogo Boring Machines, e secondo full-length di Everest Magma dopo Modern/Antique dell’anno scorso: EM è un alias di Rella the Woodcutter, che, citando il bandcamp BM, è “uno dei più interessanti musicisti a continuare la tradizione che va dal folk psichedelico al blues, lambendo anche territori più sperimentali” ; Modern/Antique invece segnò l’ingresso in territori musicali elettronici, dominati da loop e beat. Gnosis presenta differenze sostanziali rispetto al predecessore. Nonostante sia anch’esso incentrato su loop feroci e circuiteria sbilenca, il disco è caratterizzato “da beat quasi-hiphop meno aggressivi – talvolta semi-ballabili – interrotti da pause meditative o disturbati da vocals dilatati ed inintelliggibili“. Abbiamo chiesto l’intervento del musicista stesso: seguendo l’articolo troverete le risposte di Rella alle nostre curiosità riguardo al disco, alla transizione che l’ha portato a diventare Everest Magma e l’abbandono definitivo (o forse no?) del linguaggio Woodcutter, e molto altro. Qui sotto è possibile ascoltare in esclusiva i 26 minuti del lavoro, mentre, essendo i pre-order già attivi, potete acquistarlo clickando direttamente sul player. Enjoy and share!

Nel lontano Agosto 2012, su una label italiana qualunque (una certa Boring Machines da Castelfranco Veneto, TV), proprio in occasione del compleanno del fondatore (tal Andrea Ongarato), fu rilasciato un 7” split celebrativo che comprendeva una traccia su un lato e due sull’altro. Tutti e tre i pezzi rappresentavano una struggente incursione nella poetica di due artisti che, sin dalla prima release, avevano fatto del racconto personale, assolutamente non-filtrato la più evidente caratteristica della musica – tanto che, in questi due casi, poetica poteva essere considerata facilmente interscambiabile con personalità. My Dear Killer ne aveva già firmato, nel 2006, la prima, indimenticabile release, di recente ristampata in cassetta in edizione speciale (ed imperdibile) a cura di BM / Old Bicycle Records / Under My Bed Recordings. Al 7” in questione aveva invece regalato i 5 minuti della emozionante Glassgow, sospesa tra sample vocali, linee di chitarra sommessa ma rumorosa e cantato al limite del sussurro. L’altro protagonista, ovvero il personaggio al centro di questa feature, è Rella the Woodcutter, all’epoca l’ultima aggiunta al roster Boring Machines. Il primo pezzo, Jewelry Breast, è aperto da suoni di rituali orgiastici, immediatamente e bruscamente interrotti dal songwriting intimista di Rella. Songwriting che si esprime in uno dei suoi episodi migliori nel secondo pezzo del lato: The Beauty of Changing [ascoltabile qui].

Rella avrà modo di pubblicare diversi altri dischi sull’etichetta veneta, come ad esempio The Golden Undertow, I Know When It’s Time To Get The Fuck Away ed il self-titled degli Eternal Zio (oltre che Modern / Antique), tutti egualmente ricchi di gemme liriche spiazzanti ed escursioni lo-fi. Ma è proprio The Beauty of Changing a risultarci di particolare interesse: non solo perchè questa possa essere tranquillamente eletta a rappresentante quintessenziale dell’estetica artistica di Rella, ma anche perchè in qualche maniera – nonostante concretamente la canzone parli di amate morenti e “ancient connections” – il titolo suona come una felice profezia dell’evoluzione vissuta dall’artista nel corso degli anni, culminata con l’approdo alle forme espressive di Everest Magma, passando per Arca Zebra ed esperimenti vari. La costante nel cambiamento, se dovessimo individuarne una, sarebbe sicuramente l’innata abilità di scrivere e suonare musica profondamente intima ed intimista, utilizzando di volta una forma stilistica oppure un altra.

Gnosis è precisamente questo: espressione diretta del sentimento dell’artista attraverso il “nuovo” linguaggio di 404, tastiere e pedali (suonati in ginocchio), ancora più vorticosa di quanto fosse Modern / Antique.

[Everest Magma Live @ Musica nelle Valli 2016: per il report del Festival clickare QUI, mentre per la registrazione integrale a cui il video si riferisce rimandiamo alla sezione RECORDINGS]

Le caratteristiche peculiari del disco sono, in ordine sparso: l’accento sul beat che, come anticipato, è avvicinabile alle volte a contesti hiphop-inspired; dinamiche dei pezzi organizzate attorno a pattern minimalisti ed arricchite dall’utilizzo massiccio di suoni glitch-y; divagazioni psichedeliche espresse in formati temporalmente più ridotti rispetto alle singole composizioni di Modern/Antique, il cui “compattamento” fa di Gnosis una possibile raccolta di testimonianze mordi-e-fuggi della sensibilità di Rella; la decisione di non dare nomi alle tracce al fine di non ancorarle a riferimenti o possibili interpretazioni.  Tutti questi punti saranno toccati e commentati dall’artista: per questo motivo preferiamo non dilungarci oltre e lasciamo alla lettura del pensiero di chi, appunto, il disco l’ha realizzato. L’ascolto è, ripetendoci, disponibile tramite il player ad inizio articolo. Buona lettura!


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[Rella interroga la drum machine @BUIO.Unplugged NIGHT SHOW a Cedegolo, Brescia, 29/04/16]

D: Ciao Federico, grazie per aver accettato di essere nostro ospite per questa occasione. Vorremo in primo luogo chiederti delle informazioni riguardanti Gnosis, il tuo secondo lavoro su disco come Everest Magma. Quando sono state scritte le tracce e quando sono state registrate? Come le hai concepite e cosa ti interessava esprimere?

R: Grazie a voi! Dunque: Gnosis è stato registrato la primavera scorsa, come sempre a casa. Di base mi andava di fare un disco non troppo lungo e di indagare i processi di compressione tra gli strumenti. L’idea era di avere delle tracce che scorressero veloci, vicine tra loro.

D: In quale aspetto ritieni Gnosis possa distinguersi da Modern / Antique? Viceversa, da quale senti possano essere accomunati? Se dovessi indicare dei dischi, autori o estetiche che hanno avuto particolare influenza su di te rispettivamente per il lavoro dell’anno scorso e quello di quest’anno, quali sceglieresti?

R: Rispetto a Modern/Antique, Gnosis suona più diretto. Quando lo feci ascoltare a Robi Raubasen (con me in Eternal Zio insieme a Valla) mi disse “Si ok, ma sembra una demo”! Rimasi interdetto ma capii a cosa si riferiva. Mentre registravo Gnosis  ascoltavo molto “Sisar” di Kuupuu e “Notch” di Haf Haf. La costante rimaneva “Read Only Memory” dei Chrome mentre leggevo e rileggevo “VALIS” di Philip K Dick. E poi 13th Floor Elevators, Royal Trux..

D: Confrontando ancora per un istante le due release: da dove derivano i titoli enigmatici / non-sense delle tracce di Modern / Antique, e perchè, al contrario, hai lasciato Gnosis sprovvisto di nomi? Cosa rappresenta la copertina raffigurante un bassorilievo in giada e perchè questa decisione?

R: In realtà i titoli di Modern/Antique hanno un senso, almeno per me. Con Gnosis ho preferito lasciare perdere qualsiasi punto di riferimento. Pensavo di utilizzare qualche frase o termine dai testi gnostico/cristiani che studiavo in quel periodo ma mi è sembrato poco onesto, capisco poco e soprattutto non Credo. La copertina l’ho rubacchiata da un catalogo di arte antica cinese trovato a casa di amici. Sembrerebbe una scena di vita quotidiana . E mi piace.

 

 

D: Troviamo molto interessante il passaggio da Rella the Woodcutter a Everest Magma ed il cambio stilistico che ne è derivato. Ti va di darci delle informazioni riguardanti questa tua scelta e alle motivazioni / necessità alla base di essa? Ritieni che i due linguaggi siano fondamentalmente disgiunti ed inconciliabili oppure no? Quali sono – se ce ne sono – i limiti espressivi di uno e dell’altro, rispettivamente?

R: Come Woodcutter volevo finire il ciclo di dischi che avevo in mente. Volevo completarlo prima di compiere 30 anni. Così è stato e sono molto soddisfatto. Coincide anche con un periodo della mia vita che ora è concluso. I limiti comuni: suonare da solo, registrazioni casalinghe, visioni sfuocate.. Ricordo cosa pensavo durante quella transizione: “Io non sono quello che suono”. Tanto bastava.

D: La transizione Rella – Everest Magma non è stata in realtà del tutto improvvisa. A posteriori – e più o meno appropriatamente – è possibile individuare alcuni embrioni di Everest Magma in certi esperimenti di Rella, come ad esempio le schizofrenie percussive nel CDr YAH per La délirante, oppure ancora nello split con IOIOI in cui ti sei dedicato ad ”inner explorations of a Bontempi Organ”. In particolare, ci riferiamo anche al disco Arimo [in free-download qui] registrato da te e Davide Cépparo con il moniker Arca Zebra, il quale sembra il naturale preludio ai lavori EM. Sei d’accordo con questa nostra affermazione? Il ‘passaggio’ è stato quindi un processo molto esteso nel tempo? Quanto è durato Arca Zebra e per quanti concerti siete riusciti a portarlo in giro?

R: Sono orgoglioso di “Yah” perché è uscito su La Dèlirante. Credo che il disco di Malaria Pop sia la cosa più assurda, contorta e straniante che io abbia mai ascoltato. Gher è un amico e un Faro. IOIOI è fantastica e il nostro split rimane Personale. Arca Zebra è durato poco meno di 6 mesi ma abbiamo fatto una manciata di concerti, registrato qualche traccia in presa diretta (“Arimo”) e girato un video a cui tengo molto (“Versace”). In quel periodo eravamo in fissa  con le frequenze alte ed è stata la base per la mia conversione a Everest Magma.

D: Passando invece all’aspetto puramente musicale e sonoro dei due distinti alias Rella ed EM: ritieni ci possa essere una qualche analogia tra la componente lo-fi del primo ed i suoni glitch-y che ad esempio dominano Modern / Antique?

R: L’ascoltare della musica rimanendo completamente immobili, e con questo non si intende l’assenza di ritmo. É anche la cosa che ci ha spinto a suonare con Eternal Zio secondo me. La scelta dei suoni è estetica e allo stesso tempo casuale, nel senso di catturare quei suoni in quel determinato momento. A volte funziona, a volte no.

D: La nostra personale impressione, rafforzata anche dal live nella scorsa edizione di Musica Nelle Valli a cui eravamo presenti, è che ognuno dei tuoi progetti – e forse più marcatamente EM – riesca ad evocare una dimensione sognante in cui tu per primo sei trasportato. C’è un luogo o una sensazione in senso lato in cui ti rifugi quando scrivi e suoni musica? Dove ti trovi quando chiudi gli occhi e diventi Everest Magma?

R: Inesorabilmente in un disco dei Palace. Trasfigurato.

D: Un’ ultima domanda prima di salutarci: Rella è ‘defunto’ o solamente in stand-by? Non che Everest Magma non appaghi le nostre aspettative, sia chiaro. Grazie per il tuo tempo e alla prossima!

R: In questi mesi stavo pensando di registrare qualcosa chitarra e voce col mio amico Superfreak. Vedremo cosa esce fuori. A presto!

 


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