Ascolta ‘Atterraggio su Enceladus’ di Blak Saagan, estratta da ‘A Personal Voyage’ [Maple Death Records]

Light years away, skyrocketing through an unexplored dimension of organic textured ambient compositions, a flare is rising, hovering over the Venetian lagoon: Blak Saagan.

A Personal Voyage è il titolo dell’album di debutto del progetto Blak Saagan, alias di Samuele Gottardello, in uscita in formato tape (il preorder è già attivo, si scorra poche righe più sotto) per la label di base a Bologna chiamata Maple Death Records, del cui operato – che coinvolge artisti Italiani e non solo e che la sta portando ad affermarsi stabilmente nello scenario musicale del nostro paese – abbiamo già avuto modo di parlare in diverse occasioni. La release offre un oscuro viaggio della lunghezza di quasi 90 minuti il cui tema è il processo di esplorazione e scoperta continua dello spazio esterno, principalmente ispirato dalle narrazioni dell’astronomo, astrofisico e figura chiave della divulgazione scentifica nella cultura pop che fu Carl Sagan.  In esclusiva sulle nostre pagine è disponibile, dal player sottostante, l’ascolto della quarta traccia dell’album intitolata Atterraggio su Enceladus: un’estatica cavalcata di 9 minuti che racconta un dimenticato mito ancestrale legato all’allunaggio della sesta (in dimensioni) luna di Saturno che, quasi totalmente ricoperta da ghiaccio immacolato e di fresca formazione, figura tra i corpi celesti del nostro sistema solare più luminosi e riflettenti. Buon ascolto!

Blak Saagan: Facebook / TAPE PREORDER

Maple Death Records: Website / Facebook / Soundcloud

Come riportato sul sito ufficiale di Maple Death Records, la sedicesima uscita del catalogo dell’etichetta bolognese è stata registrata da Samuele Gottardello nell’incedere di notti insonni, utilizzando un organo Farfisa Vip 202 R, prodotto dal prestigioso / leggendario brand Italiano Farfisa – per intenderci, nel suono dei primi Pink Floyd su dischi come The Piper at the Gates of Dawn e Ummagumma uno dei principali protagonisti era il Farfisa Compact Duo di Richard Wright -, una drum machine Roland TR-606 e un synth Siel Orchestra. Già dall’elenco della strumentazione usata, quindi, risulta evidente l’ispirazione di matrice psichedelica su cui il disco poggia le proprie basi.

A Personal Voyage is a deep fully realized mind trip, a trailing echo that does not need words to deliver clear images and project unknown narratives.

Le dieci tracce della cassetta raccontano, come appunto detto in precedenza, di un viaggio nello spazio profondo espresso in forma musicale analogica, dal sapore vagamente sixties (lo psychedelic rock è chiaramente un riferimento fondamentale); ma – giusto per citare nuovamente i Pink Floyd – più che di un Interstellar Overdrive ipercinetico e drammatico, A Personal Voyage rappresenta un prodotto ibrido e peculiare sospeso tra un folktale elettronico, sezioni beat motorik, reflussi acidi e veri e propri rituali di perdizione intergalattica, sconfinati ed ipnotici. Il tutto arricchito da brevi scorci di atmosfere lounge e istanze up tempo che rimandano alla musica per sonorizzazioni [via] aka library music che, a ben vedere, è in parte anche richiamata dai titoli dei pezzi. Più che una celebrazione della library music dei maestri Italiani Umiliani, Macchi, Alessandroni, Piccioni (e chi più ne ha più ne metta), però, l’uscita su Maple Death in qualche modo cerca di equilibrare lo sbilanciamento pregiudizievole che alle volte porta a celebrare, venerare e ristampare qualsiasi declinazione ed espressione discografica (anche la meno ispirata) dei suddetti artisti cardine della cultura musicale sperimentale del nostro paese, e che contribuisce sostanzialmente a trascurare o quantomeno a non considerare adeguatamente lavori contemporanei altrettanto validi. Sia chiaro, qualcuno di molto celebre ed autorevole ha già ampiamente avuto modo di definire e discutere questa particolare tendenza.

La cassetta di A Personal Voyage, per concludere, è stata mixata e masterizza da Matteo Bordin all’Outside Inside Studio ed ospita le fantastiche artwork e fotografie dell’artista bolognese Giulia Mazza (figura chiave dell’etichetta e membro degli His Clancyness assieme al fondatore Johnatan Clancy), spalmate sul triplo inlay J-card. Insomma, un prodotto dal contenuto e dalla forma di qualità – appunto – spaziale che non dovreste lasciarvi sfuggire. Assieme a tutto il restante operato di Maple Death Records, ovviamente. Support your local scene!

Per ascoltare un’altra traccia del disco, rimandiamo a questo link.


 


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